Il Pellicano è un simbolo esoterico adottato anche dall’Ordine dei Rosa+Croce, viene raffigurato mentre alimenta i suoi piccoli con il proprio sangue. Insegna l’Amore, senza il quale il più colto e potente degli esseri umani non saprebbe essere, secondo San Paolo, che una campana che risuona od un cimbalo fragoroso. Da sempre si s a e viene riconosciuto che il Saggio più perfetto sarà colui che saprà amare meglio d’ogni altro il suo prossimo.

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I Musulmani considerano il Pellicano un uccello sacro poiché, come narra una loro leggenda, allorché i costruttori della Ka’ba dovettero interrompere i lavori per mancanza d’acqua, stormi di pellicani avrebbero trasportato nelle loro borse naturali l’acqua occorrente a consentire il completamento dell’importante costruzione sacra.

Lo troviamo raffigurato in 3 fasi: la più comune che troviamo anche all’interno di certe Chiesa è quella rappresentata con 7 pulcini, perchè proprio 7, che significato ha ? Sette pulcini dei quali 4 centrali si sfamano dal petto della madre, mentre gli altri 3 no. Per una mia ricerca personale analizzando i numeri come la kabbalah ci insegna, ho dedotto dai miei studi quanto segue: abbiamo i numeri 3 – 4 e dalla loro somma il numero primo cioè il 7. Ma analizzo i vari numeri nel loro insieme sotto l’aspetto esoterico ed alchemico tanto caro ai Maestri R+C. Incomincio dal num.

primo 3 che equivale nella storia delle religioni, riunione di trinità in gruppi di tre denominati Triade, un numero considerato simbolo di perfezione. Il 3 si ritrova tanto nel mito quanto nel culto delle grandi religioni politeiste; a volte è formato secondo le leggi dell’associazione umana, come nel caso della famiglia divina di Osiride, Iside ed Horus, nella religione cristiana, o di Giove, Giunone e Minerva nella religione romana.

Altre volte è formato da divinità rappresentanti elementi naturali, come nel caso babilonese di Anu (cielo), Enlil (aria e terra) ed Ea (oceano). Caso diverso è quello della trimurti indiana, che rappresenta piuttosto una trinità, in quanto è l’unità sostanziale, l’assoluto incorporeo che si manifesta sotto tre diverse forme: Brahma il creatore, Visnù il conservatore e Shiva il distruttore. Secondo Jung il 3 non è che l’Uno diventato conoscibile, di fatto un sinonimo per un processo di sviluppo nel tempo, e costituisce con ciò un parallelo all’autorivelazione di Dio. Il rapporto della triade con l’unità può essere espresso da un triangolo equilatero, ovvero dall’identità del 3, dove in ognuno dei tre angoli diversamente indicati è data ogni volta la triade intera.

Per il Moramarco, il 3 è un numero simbolico. È il primo numero di armonia, di soluzione del conflitto dualistico, è la scoperta del vertice, il terzo termine che unifica dall’alto i due opposti ad un capo ed all’altro della retta sottostante. Il 3 è dunque numero simbolo di armonia attiva e radice di ogni ulteriore estrinsecazione delle operazioni dell’Uno nell’alterità del molteplice.

Secondo la Arber (Il molteplice e l’Uno) lo schema triadico rappresenta un tipo antichissimo di pensiero costruttivo, radicalmente connaturato alla mente. Il Dio del Cristiano è Unità, esistente in tre modi. Così la parola Padre ci presenta Dio nel suo modo di essere di principio fondamentale. La parola Verbo ci presenta Dio nel suo modo di essere di pensiero o sapienza che Egli, pensandoci fin dall’eternità, genera ab aeterno. Le parole Spirito Santo ci presentano Dio nel suo modo di essere di Amore, che procede dal padre, il quale si conosce nel Verbo. L’esperienza mistica fa intuire al credente cristiano che la Trinità è l’espressione stessa dell’Amore, tanto nei rapporti interni di Dio con sé stesso, quanto nei Suoi rapporti con l’umanità. Ed appunto perché è Amore, Dio è Dio per noi (Padre), Dio con noi (Figlio), Dio in noi (Spirito Santo).

Questo è per quanto concerne il 3, adesso vediamo il 4 che significati ha: secondo il Bacci, si tratta del più perfetto tra i numeri, essendo la radice degli altri numeri e di tutte le cose. Esso rappresenta la prima potenza matematica, e la virtù generatrice da cui derivano tutte le combinazioni. È l’emblema del moto e dell’infinito, rappresentando quanto non è né corporeo né sensibile. Il 4 è scomponibile in 1 + 3, la Monade ed il Triangolo, e simboleggia Apollo, l’Eterno, l’essere vivente portatore di Dio, cioè l’uomo che porta in sé il principio divino. Il quaternario era il simbolo usato da Pitagora per comunicare ai discepoli l’ineffabile nome di dio,(Tetragrammaton) che per esso significava l’origine di tutto ciò che esiste. È nel quaternario che si trova la prima figura solida, simbolo universale dell’immortalità, ovvero la Piramide.

Gli Gnostici pretendevano che l’intero loro edificio scientifico riposasse su un quadrato, i cui angoli esprimevano il silenzio, la profondità, l’intelligenza ed il vero. Secondo il Ragon, se il triangolo forma la base triamgolare della piramide, il quaternario, con l’aggiunta dell’unità, ne forma il compimento, la punta, il vertice, la sommità, la prima figura solida. Secondo Pitagora, dalla Monade derivò la Duade indeterminata, dalla loro unione tutti i numeri, dai numeri i punti, dai punti le linee, dalle linee la superficie, da questa i solidi, dei quali gli elementi sono quattro; il Fuoco, l’Acqua, l’Aria e la Terra; e dai solidi i corpi, la Decade o l’Universo. È considerato dalla simbologia operativa il numero della realtà e della concretezza, dei solidi così come delle leggi fisiche, della logica e della ragione. Il numero 4 è rappresentato con molta evidenza nella figura alchemica dell’Androgino, il Rebis, di Basilio Valentino, questo sempre da quanto son riuscito a dedurre ma chiaramente sono studi e supposizioni.

Infine per ultimo dalla somma del 3 e 4 = 7. Vediamo quali riscontri troviamo, visto che è stato il 1° numero che trattai all’inizio con i 7 pulcini del pellicano: è un numero cardinale, considerato nell’antichità come simbolo magico e religioso della perfezione, forse perché legato al compiersi del ciclo lunare. Secondo il Ragon, gli antichi riconobbero nel 7 il valore identico della Monade in quanto increato, poiché non prodotto di alcun numero contenuto tra 1 e 10. Presso i babilonesi erano ritenuti festivi, e consacrati al culto, i giorni di ogni mese multipli di 7. Tale numero fu considerato simbolo di santità dai Pitagorici, scopritori delle 7 note musicali. I Greci lo chiamarono septaz, venerabile, Cicerone lo definì rerum omnium nodus, e Platone anima mundi.

Presso gli Egizi simboleggiava la vita, infatti l’Ank o Crux Ansata era per gli Egizi Simbolo di Vita o di Resurrezione. Mentre “I.N.R.I.” secondo i Rosa+Croce significa: I(igni), N(natura), R(renovatur), I(integra), cioè: la natura è completamente rinnovata per mezzo del fuoco, in relazione con il simbolismo della resurrezione o rinascita spirituale.

Mentre nell’Avesta zoroastriano sono 7 gli Amesha Spenta, ovvero i benefici immortali autori e custodi di tutti gli ordini e gradi della Creazione. Nella Bibbia il 7 assume valore paradigmatico: Dio crea il mondo in 7 giorni, il Faraone sogna 7 vacche grasse e 7 vacche magre; sette sono i gradini della scala di Giacobbe con gli angeli che salgono e scendono tra terra e cielo, ecc. Nella teologia cattolica si riscontrano 7 Sacramenti, peccati capitali, salmi penitenziali, doni dello Spirito Santo ed opere di misericordia corporale e spirituale. In chiave di simbolismo musicale, il 7 (come il 3) è numero unitario: infatti esso costituisce l’assemblea dei suoni principali, indefinitamente alterabili e modulabili in sequenza fino a coprire l’intero spazio sonoro delegato all’essere umano. Il numero 7 rappresenta il perfezionamento della natura umana allorché essa congiunge in sé il Ternario Divino con il Quaternario terrestre. Essendo formato dall’unione della triade con la tetrade, esso indica la pienezza di quanto è perfetto, partecipando alla duplice natura fisica e spirituale, umana e divina.

É il centro invisibile, spirito ed anima di ogni cosa. La sua fatale ricorrenza nell’Apocalisse di Giovanni è numero escatologico, dato che l’escaton costituisce la traduzione macrocosmica della morte esperita dal racconto biblico. Il significato di perfezionamento simbolicamente annesso al 7 rimonta probabilmente alla cosmogonia biblica, in cui il settimo giorno sabbatico concludeva il ciclo creativo, diventando il punto di riferimento della prima scansione temporale sacra ed operativa. Il 7 ricorda inoltre la Pietra cubica, composta di sei facce ed un punto centrale, simbolo dello Spirito, da cui si dipartono le sei direzioni spaziali. In ultima analisi il 7 è la settima lettera dell’alfabeto, quindi la ” G “. E la lettera G analizzata sta ad indicare:
G=Gnosi.
G=God (Dio).
G=Geometria Sacra nelle grandi Costruzioni Templari concernenti le Cattedrali Gotiche.
G=Grandezza dell’Onnipotente.
G=Giovanni (Apostolo).
Qua termino i miei studi al riguardo, un riassunto. Anche perchè ce ne sarebbe ancora da scrivere, ma non voglio annoiare i Cari Fratelli con la mia esposizione. Quindi Vi auguro una piacevole lettura.

fra’ GIUSEPPE BISSO