Una comune fede - Monofisismo - Unione fra le
Chiese - Promesse Apocalisse

Breve
storia delle Chiese Orientali
La Chiesa d’ Oriente
La Chiesa dell’Oriente è stata fondata da S.Tommaso,
uno dei dodici apostoli, che ha portato il cristianesimo primo
di recarsi in India dove mori martire (nel Malabar, Kerala) nel
52. Nell’impero persiano, più esattamente a Babilonia
(Seleucia- Ctesifonte) avrebbe passato sette anni.
Due discepoli di S.Tommaso hanno diffuso il cristianesimo nella
zona Addai, hanno poi, evangelizzato il territorio della Mesopotamia,
e l’impero persiano. La tradizione fa risalire l’origine del cristianesimo
a due fonti:
Direttamente dalla Palestina, attraverso la comunità
cristiana-giudea, nella zona di Hidiab, oggi “Arbil” nel nord-est
dell’Iraq.
Secondo l’altra versione tramite, la chiesa d’Antiochia.
La chiesa nell’Impero Persiano si è sviluppata rapidamente
perché non c’erano persecuzioni ufficiali contro i cristiani.
L’impero persiano, antico nemico di quello romano, non prevedeva
infatti nei suoi territori disposizioni ufficiali contrarie ai
cristiani. Solo più tardi, dopo la libertà di religione
concessa da Costantino nell’impero romano, occorsero per contro
nell’impero persiano sotto il regno di Sapore II, violente persecuzioni
ai cristiani. Durante quest’epoca ci furono tanti martiri: Simaan
Bar Sabbaei (341), Bar Baishmeen (346). E S.Efrem fu costretto
a lasciare la città di Nassibeen nel 363 e a fuggire ad
Orfa dove mori nel 373.
Le persecuzioni terminarono sotto Sapore III (383- 388) che
fece un’alleanza con l’imperatore romano Teodosio, il Grande,
in cui concedeva la libertà ai cristiani di seguire la
loro religione.
La nascita della Chiesa
Nestoriana

La chiesa persiana (Mesopotamia e Persia) dipendeva, all’inizio
della sua fondazione, dal patriarcato d’Antiochia, città
soggetta all’autorità imperiale di Roma. Il vescovo di
Seleucia- Ctesifonte, Papa Bar Addai, aveva tentato all’inizio
del IV secolo di federare sotto la sua autorità queste
chiesero, perché poste nel territorio dell’impero persiano
sassanide, specialmente dopo le violente persecuzioni di Sapore
II.
Quindi a causa delle continue guerre prima con i Romani poi
con i Bizantini, questo legame con Antiochina e sempre più
affievolendosi e portò questa chiesa a governarsi da sé,
anche per non dare ai governanti della Persia, i sassanidi zoroastriani,
l’appiglio di accusare i cristiani di essere in contatto con i
romani, nemici della patria.
E’ ovvio che il motivo principale dell’autonomia della chiesa
di Persia fu un motivo politico, specialmente dopo che l’imperatore
Bahram V (420- 438) riprese le violente persecuzioni contro i
cristiani nell’impero persiano, e i vescovi di Persia, separando
la loro chiesa dalla chiesa d’Antiochia, volevano dimostrare la
loro lealtà al governo persiano.
Nel 424 (sinodo di Marktaba) i 36 vescovi presenti proclamarono
la propria autonomia rispetto al patriarcato d’Antiochia e alle
autorità ecclesiastiche del mondo romano. Questa secessione,
all’inizio puramente amministrativa, a poco a poco si trasformerà
in scisma sancito dal concilio di Beth- Lapat 484, isolando il
Katholikossato di Seleucia-Ctesifonte dal resto della cristianità.
Per la prima volta, nella storia della chiesa, una chiesa locale
proclamava la sua autonomia entro i confini di una nazione. Nel
457 il monaco Bar Soma diventa vescovo di Nassibeen, fu strenue
sostenitore delle idee nestoriane, amico dell’imperatore Abrueez
(457- 484), e per questo motivo riuscì a propagare in tutto
l’impero persiano, gli insegnamenti di Nestorio.
La chiesa persiana, nel concilio di Seleucia del 486, prese
come ufficiale la dottrina di Nestorio. Il nestorianesimo fu condannato
dal concilio d’Efeso del 431, e in quello di Calcedonia del 451
e di Costantinopoli del 553.
La chiesa nestoriana visse nell’epoca degli imperatori persiani
alternando momenti di pace e serenità con altrettanti periodi
di violenze e persecuzioni.
Questo continuo fino a quando gli arabi riuscirono a governare
l’impero persiano, sotto i quali la chiesa nestoriana crebbe in
serenità e pace.
Nei secoli VIII- IX nell’epoca dell’impero Abbaside, quando
Baghdad diventa la capitale dell’impero, i nestoriani assunsero
un’importanza particolare, specialmente nelle ricerche filosofiche
e scienze naturali.
Uno dei più famosi in quest’epoca nella chiesa nestoriana
fu il patriarca Temotaos (780- 823) che fondato le diocesi nestoriane
in Gerusalemme, in Damasco, e in Halab. Scrisse tanti libri, e
nella sua epoca la chiesa nestoriana si estese per tutta l’Asia:
nell’India e in Cina, e anche fra Turchi e Mongoli.
Nell’epoca di Temorlank (1336- 1405) la chiesa nestoriana passa
attraverso crisi e difficoltà, e diminuì sostanzialmente,
e parte del popolo fu costretto ad emigrare in altre zone dell’Iraq
e Persia.
La nascita della Chiesa
Caldea

Nel XV secolo alcuni nestoriani si riunirono alla chiesa di
Roma con il concilio di Firenze (1339- 1342), e furono denominati
caldei per la prima volta dal Papa Eugenio IV il 6 luglio 1445.
I primi cristiani nestoriani ritornati al cattolicesimo con
il loro vescovo Giovanni Sulaqa nel 1552 (ucciso due anni dopo)
appartenevano alla diocesi d’Amida. I loro discendenti ritornarono
al nestorianesimo nel 1692, ad eccezione di uno sparuto gruppo
che si conserva e riuscì anche a fare proseliti con l’aiuto
dei missionari cappuccini. Nel XVI secolo i nestoriani divisero
il loro patriarcato in due patriarcati:
1- Il primo era in Kutshans (in Persia) con il Patriarca Simone
(Shamuun);
2- Il secondo era nell’Iraq con il Patriarca Elia.
Nel 1672 si riunì al cattolicesimo il vescovo nestoriano
Youssif arcevescovo di Diar Bekir diventato autonomo dal Patriarca
nestoriano Elia X, ricevette il nome di Patriarca dei caldei dal
Papa nel 1683. Chiese di abdicare per la difficile situazione
da sostenere, e gli successero:
Youssif II (1696), Youssif III, e Youssif IV che lasci per
il nipote Agostino Hindi nel 1781, che Roma non riconobbe.
Il Patriarca nestoriano Elia XII (1722- 1778) voleva riunirsi
con la chiesa di Roma, ma fece soltanto professione di fede. Suo
erede fu Elia XIII (1778- 1804) cugino di Giovanni Hormez vescovo
di Mossul.

Dopo la morte d’Agostino Hindi nel 1830, il Papa Pio VIII ha
eletto Giovanni Hormez (+1838) Patriarca dei caldei il 5 luglio
1830.
Da quel tempo fu riconosciuto unico Patriarca di tutti i caldei
e dando inizio alla serie dei Patriarchi di Babilonia, che continua
tuttora, e ha posto la sua residenza a Mossul. Dopo di lui venne
Nicola Zaya nel 1840, che abdicò nel 1847 e mori in Persia
nel 1855.
I vescovi elessero come Patriarca dei caldei Giuseppe Odo (1847-1878),
durante il quale tanti nestoriani si riunirono con la chiesa caldea.
Sorsero dei problemi con la chiesa di Roma, quando i malabaresi
chiesero a Roma di poter scegliere il loro vescovo nel Malabar.
Roma era favorevole alla loro richiesta, ma il Patriarca Giuseppe
Odo ordinò un vescovo per l’India senza chiedere l’opinione
del Papa. Alla fine, nel 1877 Odo scrisse al Papa una lettera
personale in cui afferma la sua assoluta obbedienza al Papa.
I patriarcati suoi successori furono i seguenti:
Mar Petrus Elia XIV Abu Yonan (1878- 1894). Abid Ishou
Khaiat (1895- 1900). Youssif Emmanuel II Toma (1900- 1947). Youssif
VII Hanima (1947- 1958), che trasport la residenza patriarcale
da Mossul a Baghdad, la capitale dell’Iraq. Paolo II Shekho
(1958- 1989). S.B. Raphael I Bidawid, eletto nel 1989 dai vescovi.
Il titolo di Patriarca della Chiesa Cattolica Apostolica Assiro
Caldea è portato tradizionalmente dal vescovo di Antiochia
“Turchia” antica sede apostolica, ivi trasferitasi da Bagdad “Irak”.Oggi
sono 5 i Vescovi che portano tale titolo. Attualmente il Patriarcato
e retto da sua Santità Moron Mar Ignazio 122° Patriarca
successore di San Pietro con sede in Damasco “Siria” nell Anno
Domine 2005 Patriarchi Nestoriani e delle chiese ortodosse orientali
Assiro Caldea Precalcedoniane Hanno sottoscritto un atto di Comunione
con la Chiesa di Roma nelle mani di Sua Santità Giovanni
Paolo II
Caratteristiche Teologico-Spirituale
della chiesa dell’Oriente
Quando si parla della spiritualità e della teologia
della chiesa dell’oriente, si ricorda subito la dottrina e gli
insegnamenti di Nestorio, nonostante non appartenesse a quella
chiesa. Per capire questo legame dobbiamo parlare della chiesa
d’Antiochia dove Nestorio ha studiato:
La scuola d’Antiochia fu fondata all’inizio del IV secolo,
da Trigorio di Tarsuss e dal suo discepolo Tiodoro di Massiseen.
Il pensiero d’Antiochia è più simile al pensiero
semitico antico, che era centrato sul mistero di Dio e la sua
grandezza (Antiochia segue la dottrina aristotelica: parte dall’uomo
e arriva a Dio; mentre Alessandria quella platonica: parte da
Dio e arriva all’uomo).
La scuola d’Antiochia analizza i situazione biblici storicamente,
e rifiuta l’analisi spirituale lontana dal significato letterale.
Gli insegnanti della scuola hanno concentrato i loro insegnamenti
sull’umanità di Cristo. In particolare Tiodoro di Massiseen
ha posto come centrale per la Teologia, il mistero della persona
di Cristo, affermando che Cristo è un uomo perfetto, sta
in unione con la parola divina, in una persona unica ( persopa).
Mentre Alessandria concentra i suoi insegnamenti sulla parola
divina più che sull’umanità, Antiochia li concentra
soprattutto sulla distinzione tra le due nature divina e umana,
entrambe perfette.
Nel concilio d’Efeso 431 gli insegnamenti d’Antiochia vengono
vietati per l’intervento di Cirillo d’Alessandria.
La liturgia nella chiesa
Assira

L’anno liturgico: L’anno liturgico è distinto
in tre parti principali: Natale - Risurrezione -
Dedicazione della chiesa; ed è ulteriormente distinto
nei seguenti tempi:
1 L’anno liturgico comincia
quattro domeniche prima del Natale del Signore, le quattro domeniche
che sono chiamate Annunciazione (Subara), e si considerano come
preparazione per la venuta di Cristo; il primo Gennaio (il capodanno)
è la festa della Circoncisione.
- Il tempo di Natale continua per due domeniche successive
dopo la festa.
2 Sette domeniche per il
tempo dell’Epifania, e l’ottava domenica è la domenica
dei defunti. Nei primi tre giorni della quinta settimana (lunedì,
martedì, mercoledì) si segue il digiuno di Ninive
“Bautha” in ricordo del digiuno degli abitanti di Ninive al tempo
del profeta Giona, cioè due settimane prima del Quaresima.
3 Sette domeniche per la
Quaresima “il Gran digiuno”. La settima domenica è la domenica
delle Palme con cui inizia la settimana santa.
4 La domenica successiva
di domenica delle Palme è la domenica della Risurrezione.
La domenica dopo è chiamata la Domenica Nuova. - III IV
V VI° domenica sono il tempo della Risurrezione. - Nella settima
settimana cade il Giovedì dell’Ascensione del Signore,
cioè la I domenica successiva del tempo della risurrezione.

5 Il tempo degli Apostoli
( 7 domeniche ): La prima domenica è Pentecoste. Nella
seconda domenica cade la festa del Corpo del Signore.
6 Il tempo dell’Estate
( 7 domeniche ): Il tempo di Elia è di tre domeniche,
in cui cade la festa della Croce. Quattro domeniche del tempo
della croce, comincia dalla domenica successiva della festa della
Croce; Il tempo di Mosé ( 4 domeniche); Il tempo
della Dedicazione della chiesa ( 4 domeniche ). Ogni tempo liturgico
comprende sette settimane (per quanto è possibile) volendo
con questo numero mettere in evidenza la perfezione del tempo,
che si vive e si celebra.
7 Le preghiere delle Lodi
e dei Vespri: Nelle preghiere delle Lodi si usano spesso gli
inni di S. Efrem e di Nersai. Nella preghiera del mattino e
della sera si usano i Salmi e le preghiere dei Padri. Il giorno
liturgico comincia dal pomeriggio, al tramonto del sole, con la
preghiera dei vespri. Ci sono due settimane diverse che si
alternano durante l’anno liturgico per le preghiere dei vespri.
8 Le Anafore della messa: La
I Anafora di Mar Addai e Mar Mari si usa dalla risurrezione
fino alla fine dell’anno liturgico. La II° Anafora
di Teodoro da Massiseen si usa dall’inizio dell’anno liturgico
fino alla risurrezione. La III° Anafora di Nestorio
si usa 5 volte durante l’anno liturgico: Nella festa del giovedì
santo, dell’Epifania, del Corpo dei maestri Greci, e mercoledì
di Bautha (il digiuno di Ninive) e di San Giovanni Batista.

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