Chi erano i Re Magi?

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“Nato Gesù in Betleem di Giuda, al tempo di Re Erode, ecco dei Magi arrivarono dall’Oriente a Gerusalemme, e chiesero: “Dov’è il Re dei Giudei nato da poco? Perché noi abbiamo visto la sua stella in Oriente e siamo venuti per adorarlo… Allora Erode, accolti segretamente i Magi, si informò accuratamente da loro circa l’epoca in cui la stella era apparsa… Udito il Re, essi partirono ed ecco la stella che avevano visto al suo sorgere, apparve di fronte a loro, finché si arrestò sul luogo dove stava il Bambino.” (dal Vangelo di S.Matteo, 2.1-2.2)

La storia del viaggio dei Re Magi è narrata dal Vangelo di Matteo (2, 1-12).

 
Adorazione dei Magi
in alto: Velasquez (1619)
al centro: Giotto (1267-1337)
in basso: Mantegna (1462)

In base a molteplici fonti, miste di leggende e tradizioni orali, si ricostruisce la vicenda dei Re Magi.
Sul monte Vaus (monte Sabalan, Azerbaigian  nella Persia nord-occidentale), nel giorno della nascita di Gesù apparve una stella dalla luminosità incredibile. Avvistatala, i tre re Magi (Melchiorre, re di Nubia e d’Arabia; Baldassare, sovrano del regno di Godolia e di Saba; Gaspare, re di Tharsis e di Egriseula) la seguirono. Essi si incontrarono nelle vicinanze diGerusalemme, da dove continuarono il viaggio fino a Betlemme, poiché la stella che faceva loro da guida si era fermata su una spelonca. Inginocchiatisi di fronte a Gesù, gli offrirono i loro doni: oro da parte di Melchiorre; incenso da parte di Baldassare; mirra da parte di Gaspare. Consegnati i doni, i tre Re Magi intrapresero il viaggio di ritorno verso le rispettive terre, che li tenne impegnati per 2 anni (il viaggio di andata, con la guida della stella, aveva richiesto solo 13 giorni).
Sul monte Vaus, i Re Magi fecero costruire una cappella in onore del re dei Giudei e ai piedi del monde sorse Sava, città ricca e prospera dell’India e dell’Oriente. Qui, i tre re continuarono ad incontrarsi, fino a quando un giorno videro di nuovo la stella che annunciava la loro morte: nell’arco di pochi giorni morirono tutti e tre ormai centenari; furono sepolti l’uno accanto all’altro.
La storia-leggenda dei Re Magi continuerà dopo le loro morti e riguarderà le vicende legate alle loro reliquie: esse furono probabilmente portate a Milano, nella chiesa di S.Eustorgio, fondata dallo stesso Eustorgio, nobile greco vissuto verso la fine del IV secolo e acclamato vescovo di Milano. In seguito a tale acclamazione, Eustorgio si recò a Costantinopoli, sede dell’imperatore, per chiedere la sua approvazione per la nomina: l’imperatore gli avrebbe donato in segno di riconoscimento le reliquie dei tre magi, precedentemente ricevute in dono da Sant’Elena. Le reliquie rimarranno a Milano fino al giugno del 1164, quando Federico Barbarossa ordinò di trasferirle a Colonia; il corteo fu guidato dall’arcivescovo della città, Rainaldo di Dassel.

I SIMBOLI E I DONI

Melchiorre: la penitenza
Gaspare: la devozione
Baldassare: la verginità
Oro: simbolo del tributo e segno della divina maestà e regalità;
Incenso: simbolo del sacrificio e segno della divina potestà;
Mirra: simbolo della sepoltura dei morti e segno della fragilità dell’uomo.

Secondo fonti medievali, l’oro donato da Melchiorre consisteva in un pomo d’oro ed in trenta denari. Il pomo era appartenuto ad Alessandro Magno e rappresentava il mondo di cui egli era l’imperatore; lasciato il pomo in Persia, esso fu portato da Melchiorre a Gesù, che, quando lo prese tra le mani, si frantumò in pulviscolo d’oro, come a significare la caduta del vecchio mondo e del vecchio imperatore e l’inizio di un nuovo mondo con un nuovo re.
Più complessa la storia dei trenta denari. Erano probabilmente stati portati in Caldea da Abramo, che aveva utilizzato per comprare il campo in cui fu sepolto con la propria famiglia. Alla morte di Giacobbe, i trenta denari furono inviati alla regina di Saba per acquistare degli aromi da depositare nel sepolcro di Giuseppe e Giacobbe. Dalle mani della regina di Saba passarono poi, come donazione, al tempio di Gerusalemme, ma, quando gli arabi conquistarono Gerusalemme, il tesoro del tempio, compresi i trenta denari, passò al re degli arabi; successivamente, i trenta denari furono presi dal re arabo Melchiorre, che li donò a Gesù. Durante la fuga in Egitto, Maria perse i trenta denari, che furono trovati da un beduino; questi, colpito da una grave malattia, si recò a Gerusalemme, dove fu guarito da Gesù; il beduino donò i trenta denari a Gesù, che li fece collocare nel tempio. Qui, fu acceso l’incenso che era stato donato da Baldassare insieme alla mirra di Gaspare. Con quegli stessi denari, sottratti dal tempio per opera dei Principi dei sacerdoti, Giuda fu compensato per aver tradito Gesù.
La mirra sembra sia stata utilizzata per lavare, sciolta con altre essenze, il corpo di Cristo deposto dalla croce.

 
In alto: Hieronymus Bosch (1495)
al centro: Rembrandt (1632)
in basso: Leonardo Da Vinci (1481 ca.)

CHI ERANO I MAGI?

Con il termine magi si indicano dei probabili sacerdoti appartenenti alla religione iranica primitiva. Secondo fonti tramandate dallo storico Erodoto, i Magi avrebbero costituito una delle sei classi dei Medi (Popolazione iranica stanziata almeno dal IX secolo a.C. nella regione dai quali prenderà il nome di Media). Fonti dell’antica Roma e testimonianze della cultura greca ritenevano i Magi degli indovini e degli astrologi legati a profezie positive e spesso all’ annuncio di catastrofi. Dal testo di Matteo non si hanno notizie riguardo ai Re Magi, che egli chiama magusaioi (indovino- strologo); dal Vangelo non ne conosciamo né il nome né le singole provenienze (…arrivarono dall’Oriente a Gerusalemme…) nè il numero (…ecco dei Magi…); quest’ultimo, da 2 a 12 presso Siri ed Armeni, fu poi fissato in tre (probabilmente per rappresentare i tre mondi fino ad allora conosciuti: l’Asia, Melchiorre; l’Europa, Gaspare; l’Africa, Baldassare) intorno al IX secolo e contemporaneamente battezzando i magi con i nomi con cui sono giunti fino ad oggi. Per alcuni studiosi essi sono ritenuti rappresentanti delle tre età dell’uomo: gioventù, maturità e vecchiaia e delle tre razze in cui si divide l’umanità secondo il racconto biblico: la semita, la giapetica e la camita. Secondo il pensatore francese René  Guénon (Il re del mondo, 1927), essi rappresentavano i tre capi dell’Agarthi. Secondo tale mito il fulcro iniziatico del mondo è rappresentato da un triangolo (l’Agarthi) costituito da tre parti: il Mahanga, il Mahatma e il Brahatma. Secondo la teoria di Guénon la base del triangolo iniziatico ed il potere regale (il Mahanga), offre al Cristo l’oro, e lo saluta come Re; il potere sacerdotale (il Mahatma), gli offre l’incenso, e lo saluta come Sacerdote; infine il detentore dei due poteri sacerdotale e regale (il Brahatma), gli offre la mirra, balsamo di incorruttibilità, e lo saluta come Profeta, o sommo Maestro Spirituale.